mercoledì 15 giugno 2011

Sono lontani i tempi di Michelangelo e Da Vinci

Come ormai tutti sanno, ed hanno potuto vedere in tv o leggere sul giornale, il 1 Maggio scorso c'è stata la beatificazione di Giovanni Paolo II. Un uomo splendido, ricco di umanità e carisma, di bontà e grandi qualità. A coronamento di una vita all'insegna della Fede, mettendo sempre il bene del prossimo al primo posto, il comune di Roma ha deciso di rendere omaggio a Karol Wojtyla facendo costruire un'opera che gli rendesse omaggio. Il 18 Maggio scorso, in Piazzale dei Cinquecento a Roma, ha visto la luce per la prima volta la statua di bronzo di Oliviero Rinaldi, raffigurante l'ex Pontefice in maniera stilizzata nel gesto di abbracciare un bambino. L'opera, alta 5 metri, è ispirata alla foto scattata nel 2003 nell'aula Paolo VI, in occasione dell'udienza concessa ai membri e collaboratori del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari.

Nonostante l'iniziativa fosse lodevole non è stata immune a critiche e commenti di passanti, politici e media, i quali, in maggioranza, si sono uniti alla corrente di pensiero che vede la statua come un brutto ritratto di Giovanni Paolo II.
Dal canto suo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, apprezza l'opera definendola "bella e suggestiva".
 A tal pensiero però non fanno eco le centinaia di persone, tra le quali turisti, cittadini romani, fedeli e politici, che passando nelle vicinanze di Termini non vanno certo sul sottile commentanto la statua: "Non c'entra con la piazza; Ci fa fare brutta figura con i turisti; Non gli somiglia affatto; Il volto somiglia molto di più a Papà Giovanni XXIII". E ancora a gran voce: "Sembra una garitta dei militari, peraltro sventrata; Di notte diventerà rifugio per i senza casa".
Per fortuna c'è anche chi, la minoranza, la pensa in maniera diversa: "Ci vedo dentro il suo grande cuore; L'arte è una cosa soggettiva. può piacere o meno, l'importante è ricordare le grandi opere fatte da Giovanni paolo II, e a me questa statua le ricorda".
Sandro Brogaglio, critico dell'Osservatore Romano, getta benzina sul fuoco sostenendo che "il risultato non sembra essere all'altezza dell'intento".
A Brogaglio risponde seccato il sovrintendente Umberto Broccioli: "L'Italia è un paese di tecnici di calcio e critici d'arte".
Viene proposta allora da Gianni Alemanno l'idea di ascoltare il parere della gente, magari attraverso un referendum online che tasti il più possibile il malumore dei cittadini nei confronti della già famosissima statua.
Prosegue però con le accuse Monsignor Iacobone che dice: "Quando il bozzetto di quest'opera è stato visto per l'approvazione presentava una simbologia molto più evidente; Quella che oggi sembra una campana, era un tabarro rosso aperto in modo naturale, sotto il quale Giovanni paolo II avrebbe simbolicamente accolto i fedeli di Roma e del Mondo".
Seguono i commenti dei Papaboys che si definiscono - enormemente perplessi di fronte all'inadeguatezza della statua - e di Pieferdinando Casini, leader dell'UDC che sostiene quanto l'opera non faccia onore alla città.
Ecco riassunta la vicenda della statua che doveva celebrare la beatificazione di Giovanni Paolo II circa un mese fa. Ad oggi infatti ,15 Giugno, la statua è ancora visibile in Piazzale dei Cinquecento cosi come ancora sono presenti gli sguardi scettici e i commenti delusi dei passanti che, arrivati li, si aspetterebbero tutt'altra opera.
Forse ha ragione il sovrintendente Umberto Broccioli dicendo che in Italia tutti crediamo di essere tecnici di calcio e critici d'arte ma allora dovrebbe anche dire che l'Italia è un paese segnato nel profondo da decenni di immobilismo decisionale e operativo, nei quali sono stati fatti pochissimi passi avanti e moltissimi passi indietro. Dovrebbe dire che l'Italia è arrivata ad un punto tale da non riuscire neanche a rimuovere in tempi brevi una statua che in pochi genera l'effetto che ci si aspettava. Credo che nel nostro paese non tutti abbiano le conoscenze adatte a intraprendere una di quelle due professioni citate da Broccioli, ma so per certo che non molti sono più adatti dei cittadini italiani a commentare, osservare e magari criticare un'opera d'arte essendo nati, cresciuti e vissuti in uno dei paesi più belli e ricchi, culturalmente e paesaggisticamente, del mondo.
Detto questo, più mi guardo intorno in quest'Italia e più invidio i tempi dei grandi Michelangelo e Da Vinci, artisti veri, capaci con la propria fantasia e bravura di toccarti dentro e affascinare generazioni di persone. Invidio quelle opere fatte in un altro tempo ma di una tale bellezza da essere ancor oggi vere e proprie mete per i turisti...e non per le diatribe tra sindaci, politici, uomini di fede e quant'altro.
Sono lontani i tempi di Michelangelo e Da Vinci...

Il fumo uccide...ma qualche volta rende anche più "intelligenti"

Da decenni gli studi medici evidenziano i terribili effetti che il fumo ha sul corpo umano, mettendoci in guardia da tumori, invecchiamento precoce della pelle, ingiallimento della dentatura ecc..
E' di poco tempo fa una notizia che fa scalpore tra i fumatori e non; Da una ricerca condotta dal Trinity College and Research Institute di Dublino si è scoperto infatti che l'attività cerebrale di un'individuo varia a seconda se esso è fumatore, ex fumatore o non fumatore. Attraverso l'utilizzo della risonanza magnetica funzionale emerge che le aree dei lobi frontali del cervello sono molto più sviluppate negli ex fumatori: gli individui che hanno detto addio al fumo presentano un'attività cerebrale doppia rispetto a chi non hai mai fumato. Si posizionano invece nella fascia intermedia coloro i quali fumano, avendo un'attività cerebrale maggiore dei non fumatori, ma anch'essi assai minore degli ex fumatori.
Alla luce di questa curiosa scoperta verrebbe da chiedersi se non varrebbe la pena iniziare a fumare per poi smettere poco dopo e ricevere cosi i benefici sopra elencati...ma quanti di noi non troverebbero poi un piacere irresistibile nel tenere tra le dita una Marlboro o una Camel? Quanti di noi riuscirebbero a dire basta a questa dipendenza che ormai da troppi anni conta morti ovunque ci giriamo? Iniziare a fumare con l'idea di smettere ma con il rischio di non riuscirci mi sembra un'idea assai azzardata...diciamo pure che il gioco non vale la candela.