La natura può davvero ribellarsi alla distruzione dell'uomo? all'incapacità di vivere a braccetto con l'ambiente circostante senza creare danni irreparabili? La domanda è all'ordine del giorno dopo una serie di "incidenti" alquanto strani e curiosi che hanno interessato le centrali nucleari e i loro reattori.
E' di qualche giorno fa la notizia che un banco di meduse è riuscito, per l'ennesima volta in poco tempo, a bloccare la centrale nucleare di Torness, vicino a Dunbar, in Scozia. Questi esseri gelatinosi hanno infatti intasato i filtri dei reattori fino a provocarne il fermo precauzionale.
Nonostante dalla centrale nucleare assicurino che la popolazione locale non ha corso rischi sorge spontaneo domandarsi come sia possibile che i sistemi di sicurezza atomici vengano messi k.o. da forme di vita cosi elementari. Ma come detto precedentemente eventi simili sono già accaduti coinvolgendo le centrali nucleari di Orot Rabin a Hader in Israele e Shimane in Giappone.
A questo punto rimane da capire la causa di una cosi massiccia presenza di meduse: In molti sostengono che, a causa dell'impoverimento ittico degli Oceani, vengano a mancare i predatori naturali e cosi le meduse possano prevalere. Un'altra corrente di pensiero ritiene invece che la crescita esponenziale delle meduse sia dovuta all'aumento delle temperature degli Oceani che favoriscono il loro habitat riproduttivo.
Qualunque delle due ipotesi si rivelasse vera, la colpa sarebbe da imputare all'uomo e al suo vivere sfruttando e rovinando l'ambiente e quindi potremmo pensare che questi eventi accaduti nell'arco di cosi poco tempo altro non siano che una "vendetta" per i soprusi che l'uomo ha esercitato sugli habitat naturale.
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