Che con la crisi economica la Spagna non navigasse in acque tranquille lo si sapeva da tempo. Che in momenti di crisi una delle prime cose tagliate sia la cultura, è anch'essa una cosa nota. E' proprio ciò che sta avvenendo in Spagna in questi giorni.
Proprio negli ultimi giorni rimbalza sui mass media la notizia che il sistema universitario spagnolo stia velocemente andando verso il collasso, provocando le reazioni di migliaia di studenti.
Con poche e semplici operazioni il governo Rajoy sta "sfrattando" gli studenti spagnoli dalle proprie università. Moltissimi iscritti, infatti, si trovano in una situazione di difficoltà e incapacità di pagare le tasse universitarie.
I provvedimenti "incriminati" sono: tagli all'educazione, aumento delle tasse, inasprimento dei requisiti accademici e riduzione delle borse di studio.
Sono circa 30.000 gli studenti che rischiano di dover abbandonare la propria università per insolvenza: alla Politécnica di Madrid sono circa 1530 gli alunni morosi; le università andaluse ne contano 5700; Valencia 656 e Oviedo un migliaio.
Sono nati quindi dei gruppi di protesta a Madrid, Barcellona, Siviglia e Bilbao.
La PAT (piattaforma delle vittime delle tasse) sta portando avanti una campagna con l'obiettivo di avviare lezioni virtuoli per gli alunni espulsi dall'ateneo.
Alcune università hanno invece deciso di attivare dei fondi sociali in favore degli studenti in difficoltà.
In situazioni simili si trova anche il sistema dei docenti, sempre meno incline ad assumere nuovi professori e tendente a licenziare i già assunti.
Una situazione davvero grave, che potrebbe portare, se il fenomeno dovesse estendersi per dimensioni, ad una vera e propria rivolta da parte degli studenti, i quali si sentono defraudati della possibilità di studiare e crescere all'interno delle loro università.
Come possiamo vedere, tutto il mondo è paese: in periodi di crisi, anziché investire sulla cultura, la formazione, l'insegnamento e la conoscenza, si preferisce tagliare le spese. Senza capire che soltanto intorno alla cultura si può ricreare una situazione di benessere e rialzarci da una crisi gravissima...purtroppo non soltanto economica.
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