lunedì 3 giugno 2013

La protesta di Piazza Taksim è molto altro..

Televisioni e giornali continuano ormai da giorni a raccontare ciò che sta avvenendo a Istanbul tra manifestanti e forze dell'ordine, interpretando i disordini, gli scontri e le masse che manifestano, come una rappresentazione dello spirito "verde" dei turchi. La realtà, però, non è cosi semplice.
La protesta di molti (ricordiamo che è una parte della popolazione) in difesa di Gezi Parki, uno dei parchi più antichi e belli della città, è si un motivo di mobilitazione valido ma da solo non basta a spiegare né l'attivismo delle persone né tantomeno la forza della repressione di questa protesta.
Il progetto di distruggere Gezi parki è soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo, della popolazione di Istanbul. E' l'ennesima azione del capo di governo Erdogan "contro" i cittadini.
Venerdi 31 maggio sono stati stimati cinquantamila manifestanti nella zona di Piazza Taksim, contro i quali la polizia ha risposto con cariche, idranti e lacrimogeni. Sono state decine le persone ferite in nome di una repressione inaudita quanto inutile data la natura pacifica della protesta. Secondo i dati del Ministro degli Interni Muammer Guler, la polizia turca ha arrestato in pochi giorni 1700 persone.
Il moto di protesta che ha colpito Istanbul però non si ferma. Si sta allargando, espandendosi anche in altre città della Turchia, dove ci sono state negli ultimi quattro giorni circa 235 manifestazioni.

Stavamo appunto dicendo che quella di Gezi Parki è soltanto l'ultima manovra sbagliata da Erdogan nei confronti dei cittadini, allora cos'altro viene imputato al leader turco?
Iniziamo col dire che Erdogan è a capo di un governo guidato dall' AKP, partito filo islamico per la giustizia e la libertà, al potere dal 2002. Ha ottenuto un grande successo alle elezioni e per questo ho sottolineato più volte che la protesta, e quindi il malcontento, nei suoi confronti è radicato comunque nella minoranza della popolazione.
Secondo la parte manifestante del popolo Erdogan si sarebbe "macchiato" di una serie di leggi e divieti non apprezzate dai turchi, quale per esempio il divieto di consumo di alcool, ma soprattutto sarebbe colpevole di aver proposto e approvato misure tese a snaturare sempre più l'impostazione laica data alla Turchia dal padre della patria Mustafa Ataturk.

Per una minoranza che la pensa cosi, esiste però un'altra parte di popolazione che la pensa differentemente e quindi risulta difficile capire, senza toccare con mano ciò che sta realmente accadendo ed è accaduto nel passato a noi più vicino, dove si trovi la verità. Certo è che la polizia sta reagendo in modo davvero spropositato nei confronti dei manifestanti, i quali rispondono, tra le altre cose, con la protesta delle pentole e urlando a squarciagola: "Erdogan dimettiti".

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