In Brasile, mentre si sta svolgendo la Confederations Cup, si stanno susseguendo ondate di proteste e manifestazioni dei cittadini contro il governo di Dilma Rousseff, reo secondo i rivoltosi di aver speso più di quanto previsto per l'ammodernamento degli impianti sportivi in vista del Mondiale 2014.
Oltre cento città sono state investite da queste mobilitazioni popolari. Circa cinquecentomila persone sono scese in piazza per dire no alla corruzione dei partiti politici e allo scialacquamento dei soldi pubblici. Ci sono state manifestazioni a Rio de Janeiro, Brasilia, Salvador, Belem, Porto Alegre, Campinas e molte altre.
Questa protesta è la prima di consistenti dimensioni dopo quella del 1984, quando il movimento "Diretas Ja" mobilitò milioni di persone contro la dittatura militare.
I mass media locali riferiscono che la protesta sia stata innescata dall'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici a San paolo. E questo basta per creare un tale moto di manifestazione?
Probabilmente c'è altro.
Innanzitutto, dobbiamo sottolineare il fatto che la protesta non è portata avanti solo dalle classi povere ma anche, e soprattutto, da giovani della emergente classe media, a dimostrazione che il solo rincaro dei prezzi dei trasporti non può bastare come spiegazione.
Molto probabilmente il popolo brasiliano, adesso in espansione e crescita economica, non ha dimenticato le difficoltà, i problemi, i periodi trascorsi nella povertà e nella dittatura.
Proprio questa "memoria comune" ha fatto acquisire ai cittadini un senso di responsabilità che, evidentemente, non è arrivato ai politici. I brasiliani non vogliono compromettere il benessere raggiunto con una inutile crescita, contrassegnata da investimenti colossali, indebitamento prima pubblico e poi privato.
Il paese vive in una situazione di ingabbiamento: in parte è già pronto ad affacciarsi tra i paesi del primo mondo, mentre i retaggi e le strutture rimangono da terzo mondo.
I brasiliani, forse, hanno capito che non è attraverso il tipo di investimenti portati avanti dal governo che si cresce e si insegue il benessere. Si deve investire sull'educazione, sulla cultura e sulla sanità, puntando sulla democrazia, sulla libertà e l'uguaglianza. Soltanto cosi si può pensare di raggiungere il livello di alcune grandi nazioni europee e americane.
Certe volte anche "sacrificando" la grande passione per il futebol.
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