venerdì 28 febbraio 2014

ECONOMIA: La Cina svaluta lo yuan

Gli americani lanciano l'allarme: la Cina sta svalutando il renminbi (o yuan) e questo può avere un forte impatto sull'economia globale. 
Iniziamo dal capire cosa sta succedendo in Cina. 
Il grafico mostra il livello dei salari in 4 diversi paesi asiatici.
Dati al 31 Dicembre 2012
Pechino sta affrontando da un pò di tempo un problema di competitività rispetto ad altri mercati emergenti. Questo deriva dal fatto che, come tutte le economie in forte crescita, gli stipendi dei lavoratori cinesi sono in netto rialzo rispetto ad altri paesi (Indonesia, Thailandia, Vietnam ad esempio). 

Inoltre, dobbiamo far notare che il renminbi non ha subito il deprezzamento che invece hanno avuto altre valute.
Qualche giorno fa si è registrato un deprezzamento dello yuan dello 0,9%  rispetto al dollaro americano. Tale deprezzamento rappresenta la svalutazione giornaliera maggiore dal 2008 ad oggi in Cina.
Cosa può comportare a livello globale questo cambio di tendenza dopo anni di lenta crescita?
Il deprezzamento dello yuan ha l'effetto primario di rendere più competitiva la Cina sul mercato, facilitare le esportazioni. 
Il problema nasce nel momento in cui a Wall Street, imprese cinesi e hedge fund americani (fondi di investimento), danno per scontato che lo yuan possa soltanto crescere, investendo grandi capitali sulla tendenza al rialzo. L'inversione di tendenza del governo cinese può quindi creare scompiglio nei bilanci di imprese e fondi di investimento, generando cosi un effetto a catena che potrebbe portare ad una nuova crisi economica mondiale.

domenica 23 febbraio 2014

Qualche riflessione sul nuovo Governo

Ieri mattina è avvenuto il giuramento di Matteo Renzi di fronte al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con lui, i 16 ministri designati. Se le novità, in senso positivo, sono già state elencate nelle pagine precenti, adesso vorrei analizzare un pò più a fondo questo nuovo esecutivo sommermandomi su alcuni aspetti in particolare.
Il Governo Renzi dopo il giuramento

Punto primo. Perché non potevamo continuare con il governo Letta?
La risposta è molto semplice: si era creato un dualismo tra Letta e Renzi che non poteva andare avanti. E' normale che chi ha in mano il partito di maggioranza relativa punti alla premiership. Quel qualcuno in questo momento era Matteo Renzi, non Enrico Letta. Renzi ha fatto dietrofront sulla decisione di non andare al governo senza la legittimazione popolare quando ha capito che Napolitano era fermamente convinto a far durare l'esecutivo Letta fino al termine della Legislatura. A quel punto l'ex sindaco di Firenze si è visto "costretto" ad accelerare la sua scalata al potere.
Personalmente non ho gradito la scelta di Matteo Renzi. Speravo si mostrasse sensibilmente diverso, nell'apparenza e soprattutto nei fatti, dai protagonisti dell'ultimo ventennio italiano. Confidavo in un gesto di coerenza, forza, solidità. Invece ha ceduto alla possibilità di accorciare i tempi e soprattutto alla paura che Grillo e Berlusconi, col tempo, logorassero il suo consenso.

Punto secondo. Cosa è cambiato tra il governo Letta e Renzi?
Enrico Letta e Matteo Renzi
La differenza, avete ragione, non è troppo evidente a prima occhiata: c'è un premier proveniente dal Pd. All'interno del Governo ci sono forze di centrodestra e di centrosinistra. E c'è qualche tecnico.
La differenza sostanziale sta nel Premier. Matteo Renzi, a differenza del suo predecessore, ha alle spalle una più solida maggioranza di partito, più compatta, che gli permetterà di imporsi con più forza e decisione. Almeno in teoria.

Punto terzo. Governo inesperto?
L'età media del governo Renzi è di poco più di 47 anni. Un'età bassa se confrontata con i governi che lo hanno preceduto in passato. Secondo alcuni opinionisti questo potrebbe essere un fattore negativo perché immediatamente traducibile in poca esperienza.
Da che mondo è mondo l'esperienza viene fatta con la pratica, con il lavoro sul campo, e se a questi ragazzi (che poi proprio ragazzi non sono) non viene data la possibilità di crescere, impratichirsi e mostrare quel che valgono, continueremo a presentarci in Europa e nel mondo con le solite facce, con i soliti fondoschiena che ormai da decenni siedono sulle poltrone più importanti del nostro paese. Quindi ben venga la giovane età, perché vuol dire (un pò di) inesperienza ma anche rinnovamento, cambiamento, svecchiamento. Del resto, non dimentichiamoci che un certo Barack Obama è divenuto presidente degli Stati Uniti d'America dopo aver ricoperto (soltanto) il ruolo di Senatore per qualche anno.

Punto quarto. Cosa può far deragliare Renzi?
Come abbiamo appena detto, Renzi è un premier che gode, al momento, di un ampio consenso all'interno del suo partito. La sua forza deriva da questo. Il Pd, però, si è fatto conoscere nella sua storia, recente e non, come una macchina in grado di incepparsi dall'interno. Il primo motivo che può far sbandare il governo Renzi è quindi la crisi del Partito democratico. Una crisi che porterebbe a mettere in discussione l'ex rottamatore.
Il secondo fattore di pericolo per Renzi sono le elezioni europee. Quando un leader diventa presidente del Consiglio senza legittimazione popolare, ha bisogno comunque di un consenso che legittimi la sua presa di potere (come è successo precedentemente a D'Alema). L'occasione sono le imminenti elezioni europee. Se Renzi ricavasse da queste un vasto successo, allora per lui sarebbe più facile andare avanti e rafforzarsi. Se cosi non fosse, il pericolo è che Alfano possa essere convinto a far cadere il governo e tornare sotto la "protezione" di Silvio Berlusconi.

Punto quinto. Andrea Orlando ministro della Giustizia.
 Per giorni è ventilata la voce che Nicola Gratteri sarebbe stato in pole per divenire il ministro della Giustizia del governo Renzi. Cosi non è stato. Al suo posto è stato nominato Andrea Orlando, ministro dell'Ambiente nel precedente governo. Perché?
Andrea Orlando
Presto detto. Gratteri è un pm considerato da molti intransigente. Evidente come non avrebbe fatto piacere a Berlusconi. Alla base degli "accordi" Renzi-Berlusconi c'era proprio questo: un nome alla Giustizia ostile al Cavaliere avrebbe reso la vita del nuovo governo molto più difficile, con FI in prima linea nel frenare le riforme.
Berlusconi, però, non era l'unico favorevole alla nomina di Orlando. Anche Napolitano pendeva dalla parte di un pm più "morbido": il presidente della Repubblica sa perfettamente che Renzi dovrà andare con i piedi di piombo in tema di giustizia, e con Nicola Gratteri in Via Arenula sarebbe stato tutto più complicato.
A questo punto non rimane che chiederci chi è Andrea Orlando. Orlando è il pm che nel 2010 scrisse al Foglio di Ferrara, indicando un punto di incontro con il centrodestra. La proposta del neo ministro della Giustizia riguardava la possibilità di mettere a punto una riforma della giustizia "condivisa". Inoltre, Orlando si era detto favorevole alla separazione delle carriere dei magistrati, battaglia da sempre portata avanti dal centrodestra. Insomma, non certo un personaggio sgradito al Cavaliere.

Punto sesto. Il ministero dell'Economia.
Pier Carlo Padoan
In un momento storico come quello in cui ci troviamo, il ministero dell'Economia risulta essere uno dei più importanti, se non il più. Al posto di Saccomanni è stato nominato Pier Carlo Padoan, ex Ocse e presidente Istat.
Il neo ministro è considerato un estimatore delle teorie keynesiane, quindi tassazione sugli immobili, perché non considerata freno per la crescita, e detassazione sul lavoro. Il problema è che queste teorie sono opposte a quelle portate avanti dal centrodestra, e quindi è lecito pensare che ci saranno "scontri" in merito. C'è da chiedersi come possa questo nuovo governo sopravvivere a lungo se le premesse sono queste.

Punto settimo. Governo Renzi I o Napolitano III ?
Stretta di mano tra Napolitano e Renzi
Secondo molti quello appena nato non è il governo Renzi, bensi il terzo atto del dominio incontrastato del presidente Napolitano. Non so quale sia la verità, sta di fatto che senza il presidente della Repubblica, il governo Renzi oggi non esisterebbe. Quindi è senza dubbio corretto affermare che Napolitano ci ha messo più che lo zampino. Detto questo, credo debba prevalere in tutti noi lo spirito di sopravvivenza. E' arrivato il momento per questo paese di smettere di parlare, e iniziare ad agire. Smettere di criticare per distruggere, ma suggerire per migliorare. Renzi e i suoi sono quanto di meglio il convento italiano passa in questo momento, ed è giusto, sensato e responsabile fare il tifo per loro. Un loro fallimento significherebbe sprofondare ancora più in basso nelle sabbie mobili della povertà e della crisi. L'Italia, e gli italiani, non possono più permetterselo.

sabato 22 febbraio 2014

A due giorni dall'acquisizione, blocco totale di WHATSAPP

Questa sera alle 22:07 è arrivata la comunicazione ufficiale che Whatsapp non funziona a causa di un problema ai server. Intorno alle 19:30 di questa sera (ore italiane) il sistema di instant messaging ha smesso di funzionare, rendendo impossibile in tutto il mondo l'invio e la ricezione di messaggi.
Tutto questo è accaduto a due giorni di distanza dall'acquisizione della app da parte di Facebook per la cifra di 19 miliardi di dollari.
La causa più plausibile del malfunzionamento del sistema è l'attacco da parte di hacker, mossi, secondo gli utenti, dalla questione riguardante la pubblicità e l'operazione portata avanti da Mark Zuckerberg.
Nel giro di qualche ora il server dovrebbe riprendere la normale attività, intanto però su twitter dilaga l'hashtag "#whatsappdown".

E' nato il governo Renzi

Matteo Renzi ce l'ha fatta. Non è passato dal voto, dall'investitura popolare, ma è riuscito a convincere i suoi e il Presidente Napolitano di essere l'ultima spiaggia per un paese ormai sull'orlo del baratro. Dopo due ore di confronto con il Presidente della Repubblica, Matteo Renzi ha sostenuto oggi il giuramento. Il suo governo è adesso ufficialmente in carica.
Matteo Renzi
Renzi può vantare alcuni primati: innanzitutto, con i suoi 39 anni, diventa il presidente del Consiglio più giovane della Repubblica italiana. Poi, è attualmente il più giovane tra i premier dell'Unione Europea. I ministri del suo governo sono "soltanto" 16, di cui 8 donne. Infine, per la prima volta ci sarà una donna (Roberta Pinotti) alla guida della Difesa.

Entriamo nel dettaglio:
Matteo Renzi sarà premier, con il fidato Graziano Del Rio nelle vesti di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Angelino Alfano (Ncd) lascia il vicepremierato mantenendo però il ministero dell'Interno. Roberta Pinotti (Pd), come già accennato, ricoprirà il ruolo di ministro della Difesa. Federica Guidi al ministero dello Sviluppo economico. Il bersaniano Maurizio Martina ricoprirà il ruolo di ministero delle politiche agricole. Giuliano Poletti, presidente di Legacoop, al ministero del Lavoro. Dario Franceschini (Pd) al ministero della Cultura. Andrea Orlando, ministero della Giustizia. All'economia, l'ex Ocse e ora presidente Istat Pier Carlo Padoan. Federica Mogherini (Pd) prende il posto di Emma Bonino al ministero degli Esteri . Beatrice Lorenzin Ncd), ministero della Salute. Maurizio Lupi (Ncd), ministero delle Infrastutture e dei Trasporti. Gianluca Galletti, ministero dell'Ambiente. La montiana Stefania Giannini al ministero dell'Istruzione e della Ricerca. Maria Elena Boschi (Pd) sostituisce Quagliariello al ministero delle riforme e dei rapporti con il Parlamento. La deputata Pd Marianna Madia, già membro della segreteria, andrà al ministero della Semplificazione. Maria Carmela Lanzetta, ministero degli Affari Regionali.

Rispetto al governo Letta, il nuovo governo presenta soltanto 3 tecnici: Giuliano Poletti , Federica Guidi e Pier Carlo Padoan. Solo il tempo dirà se essere un dato positivo o meno per il paese.

Nel pomeriggio sono arrivate le prime telefonate e testimonianze di stima da parte di molti leader internazionali: dal presidente francese Hollande al premier belga Di Rupo. Anche il presidente statunitense Barack Obama ha contattato telefonicamente Matteo Renzi, congratulandosi con lui e con il nuovo governo.

Indipendentemente da come la si pensi su Matteo, al di là degli orientamenti politici e delle preferenze, credo che tutti dovranno e dovrebbero sostenere questo nuovo governo. Giusto o sbagliato che sia, siamo arrivati ad un punto in cui l'unica possibilità per questo paese di uscire dalle sabbie mobili è unire le forze, remare dalla stessa parte, rimboccarsi le maniche e sperare che quanto di buono visto a Firenze Renzi lo dimostri anche a livello nazionale...sperando che non ripeta quanto di meno buono ha fatto in questi anni.

lunedì 3 febbraio 2014

CHOCK WOODY ALLEN: Dylan Farrow scrive una lettera al NYTimes

Dylan Farrow, la figlia adottiva del regista newyorkese, torna ad accusare il padre di abusi sessuali quando lei era soltanto una bambina. Per la prima volta decide di parlarne direttamente, scrivendo una lettera aperta al New York Times, spinta a parlare dall'ennesimo riconoscimento tributato da Hollywood al grande regista.

Questa la lettera nelle sue parti più importanti:
Dylan Farrow
“Quando avevo sette anni, Woody Allen mi ha preso per mano e portato in un piccolo solaio poco illuminato al secondo piano di casa nostra. Mi ha detto di sdraiarmi sulla pancia e di giocare con il treno elettrico di mio fratello. Poi mi ha aggredito sessualmente, dicendomi che ero una brava ragazza e promettendo di portarmi a Parigi e fare di me una grande star del cinema.
Con rare e preziose eccezioni, il mondo ha chiuso gli occhi. La maggior parte delle persone ritenevano più facile accettare l’ambiguità, dire ‘chissà’ cosa è davvero accaduto, di pretendere che non ci sia stato niente di male. Ogni volta che vedevo su un poster, o su una t-shirt, o alla televisione il viso della persona che ha abusato di me, non avevo altra scelta che dissimulare il panico e trovare un posto per potermi isolare e crollare.
Da ciò che mi ricordo, mio padre ha fatto cose che non mi piacevano. Succedeva così spesso, era talmente una routine così abilmente nascosta da una madre che avrebbe dovuto proteggermi, che sono arrivata a pensare che fosse normale”.

Il New York Times ha riferito che Woody Allen non ha voluto commentare l’intervista della figlia adottiva e neanche Mia Farrow.
Woody Allen

La storia purtroppo non è nuova: Mia Farrow, ex moglie del cineasta americano, lo denunciò nel 1992 dopo la loro separazione.  La polizia del Connecticut avviò un'inchiesta, chuisa poi senza alcuna incriminazione per Woody Allen.
Nessuno sa al momento quale sia la verità, certo non è la prima volta che Allen fa parlare di sé:  il 22 dicembre 1997 il regista si sposò infatti con la figlia adottiva, Soon-Yi Previn, attirando su di sé i commenti scioccati di tutto il mondo.



Di seguito la lettera integrale di Dylan Farrow:
"What’s your favorite Woody Allen movie? Before you answer, you should know: when I was seven years old, Woody Allen took me by the hand and led me into a dim, closet-like attic on the second floor of our house. He told me to lay on my stomach and play with my brother’s electric train set. Then he sexually assaulted me. He talked to me while he did it, whispering that I was a good girl, that this was our secret, promising that we’d go to Paris and I’d be a star in his movies. I remember staring at that toy train, focusing on it as it traveled in its circle around the attic. To this day, I find it difficult to look at toy trains.
For as long as I could remember, my father had been doing things to me that I didn’t like. I didn’t like how often he would take me away from my mom, siblings and friends to be alone with him. I didn’t like it when he would stick his thumb in my mouth. I didn’t like it when I had to get in bed with him under the sheets when he was in his underwear. I didn’t like it when he would place his head in my naked lap and breathe in and breathe out. I would hide under beds or lock myself in the bathroom to avoid these encounters, but he always found me. These things happened so often, so routinely, so skillfully hidden from a mother that would have protected me had she known, that I thought it was normal. I thought this was how fathers doted on their daughters. But what he did to me in the attic felt different. I couldn’t keep the secret anymore.
When I asked my mother if her dad did to her what Woody Allen did to me, I honestly did not know the answer. I also didn’t know the firestorm it would trigger. I didn’t know that my father would use his sexual relationship with my sister to cover up the abuse he inflicted on me. I didn’t know that he would accuse my mother of planting the abuse in my head and call her a liar for defending me. I didn’t know that I would be made to recount my story over and over again, to doctor after doctor, pushed to see if I’d admit I was lying as part of a legal battle I couldn’t possibly understand. At one point, my mother sat me down and told me that I wouldn’t be in trouble if I was lying – that I could take it all back. I couldn’t. It was all true. But sexual abuse claims against the powerful stall more easily. There were experts willing to attack my credibility. There were doctors willing to gaslight an abused child.
After a custody hearing denied my father visitation rights, my mother declined to pursue criminal charges, despite findings of probable cause by the State of Connecticut – due to, in the words of the prosecutor, the fragility of the “child victim.” Woody Allen was never convicted of any crime. That he got away with what he did to me haunted me as I grew up. I was stricken with guilt that I had allowed him to be near other little girls. I was terrified of being touched by men. I developed an eating disorder. I began cutting myself. That torment was made worse by Hollywood. All but a precious few (my heroes) turned a blind eye. Most found it easier to accept the ambiguity, to say, “who can say what happened,” to pretend that nothing was wrong. Actors praised him at awards shows. Networks put him on TV. Critics put him in magazines. Each time I saw my abuser’s face – on a poster, on a t-shirt, on television – I could only hide my panic until I found a place to be alone and fall apart.
Last week, Woody Allen was nominated for his latest Oscar. But this time, I refuse to fall apart. For so long, Woody Allen’s acceptance silenced me. It felt like a personal rebuke, like the awards and accolades were a way to tell me to shut up and go away. But the survivors of sexual abuse who have reached out to me – to support me and to share their fears of coming forward, of being called a liar, of being told their memories aren’t their memories – have given me a reason to not be silent, if only so others know that they don’t have to be silent either.
Today, I consider myself lucky. I am happily married. I have the support of my amazing brothers and sisters. I have a mother who found within herself a well of fortitude that saved us from the chaos a predator brought into our home.
But others are still scared, vulnerable, and struggling for the courage to tell the truth. The message that Hollywood sends matters for them.
What if it had been your child, Cate Blanchett? Louis CK? Alec Baldwin? What if it had been you, Emma Stone? Or you, Scarlett Johansson? You knew me when I was a little girl, Diane Keaton. Have you forgotten me?
Woody Allen is a living testament to the way our society fails the survivors of sexual assault and abuse.
So imagine your seven-year-old daughter being led into an attic by Woody Allen. Imagine she spends a lifetime stricken with nausea at the mention of his name. Imagine a world that celebrates her tormenter.
Are you imagining that? Now, what’s your favorite Woody Allen movie?"

domenica 2 febbraio 2014

Una riflessione su Grillo e il M5S

Premetto che la mia non vuole essere in alcun modo una difesa al Pd, a Renzi o a qualunque altra parte politica attualmente o in passato in gioco. In questi giorni ho letto di tutto e di più sui social networks e mi sono sinceramente stancato delle tante sciocchezze del e sul Movimento5Stelle
I punti su cui dibattere sono davvero molti:

- Iniziamo dal modus operandi Grillino e la legge elettorale.
La politica, fin dai tempi della Grecia, è fondata sull'accordo, sul compromesso. Grillo (e di conseguenza i grillini) pensa di poter fare tutto da solo: fonda un movimento, manda un centinaio di ragazzotti in Parlamento, rifiuta ogni confronto televisivo (e non) con gli altri partiti politici e spera di poter cambiare le cose. E' scemo lui o chi ci crede? 
Se Grillo voleva davvero cambiare le cose perché non si è seduto ad un tavolo con Renzi (o con Bersani a suo tempo) per trovare dei punti di incontro? Mi direte, non possono esserci punti in comune tra queste due parti politiche. Non è corretto. Per quanto diversi in ideologia o programma, ci sono sempre, in presenza di una volontà comune, delle decisioni che trovano il consenso di tutti. Ci sono alcuni temi su cui si può e si deve dibattere insieme per il bene del paese. Questo, Beppe Grillo lo ha evitato accuratamente, sbagliando a mio parere. Inutile che adesso se ne esca con una legge elettorale tutta sua (del Movimento). Come può passare in Parlamento dove non ha i numeri necessari? Tutto questo a mio parere dimostra l'intento di non migliorare le cose ma soltanto di far credere ad una parte degli italiani che lui è il bene e tutti gli altri il male.
Molti, ormai da giorni, vanno ripetendo che la nuova legge elettorale è atta ad escludere i pentastellati. Può essere. Certamente può essere migliorata. Tra i credi politici di Renzi, e chi l'ha seguito nell'esperienza fiorentina (non per forza votandolo ma anche solo ascoltandolo) lo sa perfettamente, c'è la ferma convinzione di importare il modello americano, dove due partiti (Democratici e Repubblicani) si oppongono. E' un modello veramente importabile nel nostro paese? Questo non lo so. Sta di fatto che oggi il nostro non è un sistema bipolare, bensi almeno tripolare (Pd, FI e M5S). Personalmente sono stanco di vedere decine di piccolissimi partiti che prendono qualche voto (quindi soldi), alcuni dei quali finiscono in Parlamento contribuendo a rallentare, ancor di più, la già immobile macchina politica italiana. Sono favorevole quindi ad un meccanismo grazie al quale il piccolo partito non può più giocarsi l'arma del ricatto.

- Sul pessimo show in Parlamento di qualche giorno fa. 
Sono completamente in linea con chi ritiene uno schifo i 7,5 miliardi di euro dati alle banche. Su questo non ci piove. Purtroppo non è la prima volta che ci troviamo di fronte a delle "porcate" simili. E temo non sarà l'ultima. Detto questo, però, credo fortemente che la forma sia sostanza. E' innammissibile che un'aula del parlamento italiano, luogo deputato a legiferare e quindi decidere il futuro del nostro paese, si trasformi in un pollaio. Trovo indecenti le frasi urlate da alcuni parlamentari grillini alle donne del Pd: "Siete qui perché siete brave a fare i p.....i !!". Le avrei ritenute inaccettabili anche se rivolte ad altri espondenti politici, sia chiaro. Credo che nel momento in cui un parlamentare scade nella violenza e nell'offesa verbale perda ogni qualifica per far sentire la propria voce ed opinione; Ritengo che il fine non giustifichi in alcun modo i mezzi usati. Il comportamento dei pentastellati è assolutamente da censurare, come lo sono stati altri in passato provenienti da diverse formazioni politiche. Se si ha difficoltà di controllo del proprio comportamento e del proprio linguaggio, forse sarebbe meglio non entrare in parlamento. In Italia e in pochi altri paesi al mondo è possibile vedere spettacoli cosi tristi in un luogo istituzionale.

- Sulla storia dei condannati.
Ritengo troppo a buon mercato l'applauso strappato con banalità di fronte alle telecamere. Troppo facile dire "i condannati in Italia non possono fare i bidelli ma possono legiferare". Nonostante sia d'accordo sul vietare l'ingresso in Parlamento ai condannati. Lungi da me difendere Berlusconi, chi mi conosce lo sa, però credo che se si vuol essere paladini della verità e della correttezza dovremmo anche dire che il Movimento5Stelle ha come suo leader (e non ditemi che sono i 9 milioni di italiani, è una frottola bella e buona) un signore che l'8 Aprile 1988 è stato condannato in via definitiva per omicidio plurimo colposo. Questo signore ha fondato il movimento, lo dirige dettando regole e influenzando (chi possiede un minimo di onestà intellettuale lo ammetterà) il comportamento dei "ragazzi" che sono in Parlamento. Nonostante questo, il buon Grillo chiede (giustamente) un parlamento pulito. Non vi sembra che quanto sta facendo Berlusconi sia molto simile a quanto fa Grillo? Secondo me si.

- Capitolo Internet
La Democrazia di Grillo si fonda sull'uso spasmodico e assoluto di Internet. Lui, insieme a Casaleggio (di cui parleremo tra un attimo), ritiene che la rete sia la panacea di tutti i mali, il modo per arrivare ad un incremento del demos del popolo, la cosiddetta Democrazia diretta
Vorrei innanzitutto sottolineare come l'uso del solo Internet escluda tutta una parte di popolazione che non usa la rete. Inoltre, anche la rete può essere usata in modo non democratico (vedi la consultazione di alcune settimane fa, aperta e chiusa da Grillo nel giro di poche ore, facendo votare soltanto una piccola parte degli iscritti al Movimento). 
Infine, vorrei porvi una domanda: Credete davvero che l'uso di Internet nel modo in cui lo intendono Grillo e Casaleggio sia positivo per il nostro paese e per la sua politica? 
Forse risulterà impopolare ciò che sto per dire, ma la linea del comico genovese è molto pericolosa: Io difendo la Democrazia, ci mancherebbe altro, però credo che occorrano dei limiti e delle regole. Se diamo totale potere decisionale agli italiani il rischio è che questo paese finisca in un baratro ancor più profondo di quello in cui si trova al momento. Non dimentichiamoci che Democrazia diretta significa dare potere decisionale a tutti, significa far decidere TUTTO a TUTTI, senza più distinzione tra ortolani e ingegneri, architetti e carabinieri. In poche parole senza più far distinzione tra chi la politica l'ha studiata (e magari praticata sul campo) e chi non. Democrazia diretta significa confidare che le persone che nel 1946 hanno espresso volontà di mantenere la Monarchia, anziché optare per la Repubblica, si siano svegliate. Democrazia diretta significa che chi vota per il proporzionale conosce la differenza tra questo ed un maggioritario. Sono semplici esempi ma potremmo continuare all'infinito. Gli italiani, purtroppo, sono un popolo di capre (per citare il sempre divertente Sgarbi), e la tendenza è all'imbarbarimento, non certo all'innalzamento della cultura individuale. Il compito di educare i giovani, prima spettante alla scuola, è stato soppiantato da quello di divertire, di svagare. Sempre più centralità hanno televisione (la cattiva televisione), social networks, spettacolarizzazione e banalizzazione di tutto. La cultura scritta è stata quasi completamente dimenticata dai più giovani.
Purtroppo, di fronte ad una richiesta di maggior demopotere, non corrisponde un uguale aumento di demosapere. Quindi, avanti con la democrazia, avanti con le decisioni popolari, purché si tenga bene a mente tutto questo e si lavori per aumentare la capacità di compiere scelte giuste per il paese, derivante soltanto dall'ampliamento della conoscenza su quelli che sono i temi e i problemi politici dell'Italia.
Se il Movimento5Stelle lavorasse per questo, sarei pienamente d'accordo...purtroppo non mi sembra il caso.

- Concludo con Casaleggio
Il personaggio in questione è conosciuto, ha la fama di essere alla base della filosofia pentastellata ma raramente concede interviste o rilascia dichiarazioni. Girando un pò in rete, potete trovare la sua visione del futuro: "GAIA" e "PROMETEUS". Sono due video realizzati dalla "Casaleggio e Associati" nei quali viene prospettato un nuovo ordine mondiale, nato in seguito alla terza guerra mondiale (con milioni di morti), che si baserà totalmente sull'uso della rete. Chi non si adeguerà, rimarrà fuori da questa società. Personalmente trovo agghiacciante tutto ciò. Non sono l'unico a pensarla cosi:
Philippe Daverio, per chi non lo conoscesse è un critico d'arte e conoscitore di storia, ha paragonato qualche giorno fa la propaganda di Casaleggio ai discorsi fatti nella Germania del 1933...guidicate voi!!
Tornando al M5S, troverei coerente che un movimento che predica trasparenza facesse chiarezza su quelli che sono i rapporti che legano Grillo-Casaleggio-M5S.