Ieri mattina è avvenuto il giuramento
di Matteo Renzi di fronte al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Con lui, i 16 ministri designati. Se le novità, in senso
positivo, sono già state elencate nelle pagine precenti, adesso
vorrei analizzare un pò più a fondo questo nuovo esecutivo
sommermandomi su alcuni aspetti in particolare.
Punto primo. Perché non potevamo
continuare con il governo Letta?
La risposta è molto semplice: si era
creato un dualismo tra Letta e Renzi che non poteva andare avanti. E'
normale che chi ha in mano il partito di maggioranza relativa punti
alla premiership. Quel qualcuno in questo momento era Matteo Renzi,
non Enrico Letta. Renzi ha fatto dietrofront sulla decisione di non
andare al governo senza la legittimazione popolare quando ha capito
che Napolitano era fermamente convinto a far durare l'esecutivo Letta
fino al termine della Legislatura. A quel punto l'ex sindaco di
Firenze si è visto "costretto" ad accelerare la sua
scalata al potere.
Personalmente non ho gradito la scelta
di Matteo Renzi. Speravo si mostrasse sensibilmente diverso,
nell'apparenza e soprattutto nei fatti, dai protagonisti dell'ultimo
ventennio italiano. Confidavo in un gesto di coerenza, forza,
solidità. Invece ha ceduto alla possibilità di accorciare i tempi e
soprattutto alla paura che Grillo e Berlusconi, col tempo,
logorassero il suo consenso.
Punto secondo. Cosa è cambiato tra il
governo Letta e Renzi?
Enrico Letta e Matteo Renzi |
La differenza sostanziale sta nel
Premier. Matteo Renzi, a differenza del suo predecessore, ha alle
spalle una più solida maggioranza di partito, più compatta, che gli
permetterà di imporsi con più forza e decisione. Almeno in teoria.
Punto terzo. Governo inesperto?
L'età media del governo Renzi è di
poco più di 47 anni. Un'età bassa se confrontata con i governi che
lo hanno preceduto in passato. Secondo alcuni opinionisti questo
potrebbe essere un fattore negativo perché immediatamente
traducibile in poca esperienza.
Da che mondo è mondo l'esperienza
viene fatta con la pratica, con il lavoro sul campo, e se a questi
ragazzi (che poi proprio ragazzi non sono) non viene data la
possibilità di crescere, impratichirsi e mostrare quel che valgono,
continueremo a presentarci in Europa e nel mondo con le solite facce,
con i soliti fondoschiena che ormai da decenni siedono sulle poltrone
più importanti del nostro paese. Quindi ben venga la giovane età,
perché vuol dire (un pò di) inesperienza ma anche rinnovamento,
cambiamento, svecchiamento. Del resto, non dimentichiamoci che un
certo Barack Obama è divenuto presidente degli Stati Uniti d'America
dopo aver ricoperto (soltanto) il ruolo di Senatore per qualche anno.
Punto quarto. Cosa può far deragliare
Renzi?
Come abbiamo appena detto, Renzi è un
premier che gode, al momento, di un ampio consenso all'interno del
suo partito. La sua forza deriva da questo. Il Pd, però, si è fatto
conoscere nella sua storia, recente e non, come una macchina in grado
di incepparsi dall'interno. Il primo motivo che può far sbandare il
governo Renzi è quindi la crisi del Partito democratico. Una crisi
che porterebbe a mettere in discussione l'ex rottamatore.
Il secondo fattore di pericolo per
Renzi sono le elezioni europee. Quando un leader diventa presidente
del Consiglio senza legittimazione popolare, ha bisogno comunque di
un consenso che legittimi la sua presa di potere (come è successo
precedentemente a D'Alema). L'occasione sono le imminenti elezioni
europee. Se Renzi ricavasse da queste un vasto successo, allora per
lui sarebbe più facile andare avanti e rafforzarsi. Se cosi non
fosse, il pericolo è che Alfano possa essere convinto a far cadere
il governo e tornare sotto la "protezione" di Silvio Berlusconi.
Punto quinto. Andrea Orlando ministro
della Giustizia.
Per giorni è ventilata la voce che Nicola Gratteri sarebbe stato in pole per divenire il ministro della Giustizia del governo Renzi. Cosi non è stato. Al suo posto è stato nominato Andrea Orlando, ministro dell'Ambiente nel precedente governo. Perché?
Per giorni è ventilata la voce che Nicola Gratteri sarebbe stato in pole per divenire il ministro della Giustizia del governo Renzi. Cosi non è stato. Al suo posto è stato nominato Andrea Orlando, ministro dell'Ambiente nel precedente governo. Perché?
Andrea Orlando |
Berlusconi, però, non era l'unico
favorevole alla nomina di Orlando. Anche Napolitano pendeva dalla
parte di un pm più "morbido": il presidente della
Repubblica sa perfettamente che Renzi dovrà andare con i piedi
di piombo in tema di giustizia, e con Nicola Gratteri in Via Arenula
sarebbe stato tutto più complicato.
A questo punto non rimane che chiederci
chi è Andrea Orlando. Orlando è il pm che nel 2010 scrisse al
Foglio di Ferrara, indicando un punto di incontro con il
centrodestra. La proposta del neo ministro della Giustizia riguardava
la possibilità di mettere a punto una riforma della giustizia
"condivisa". Inoltre, Orlando si era detto favorevole alla
separazione delle carriere dei magistrati, battaglia da sempre
portata avanti dal centrodestra. Insomma, non certo un personaggio
sgradito al Cavaliere.
Punto sesto. Il ministero
dell'Economia.
Pier Carlo Padoan |
Il neo ministro è considerato un
estimatore delle teorie keynesiane, quindi tassazione sugli immobili,
perché non considerata freno per la crescita, e detassazione sul
lavoro. Il problema è che queste teorie sono opposte a quelle
portate avanti dal centrodestra, e quindi è lecito pensare
che ci saranno "scontri" in merito. C'è da chiedersi come
possa questo nuovo governo sopravvivere a lungo se le premesse sono
queste.
Punto settimo. Governo Renzi I o
Napolitano III ?
Stretta di mano tra Napolitano e Renzi |
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